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XIII Giornata del Contemporaneo

14 ottobre 2017–14 ottobre 2017

In occasione dell XIII Giornata del Contemporaneo il Museo MA*GA è aperto gratuitamente al pubblico.

Inoltre per l'occasione verrà proiettato in Sala degli Arazzi il film Controfigura di Rä di Martino
Alle ore 11.00 / 15.00 / 17.00

Controfigura è stato realizzato da Rä di Martino nell’ambito della quarta edizione di Museo Chiama Artista, il progetto – quest’anno a cura di Iolanda Ratti e Alberto Salvadori – nato nel 2013 dalla collaborazione tra la Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane e AMACI seguendo il comune intento di sostenere attivamente il sistema del contemporaneo nel nostro Paese, attraverso la commissione ad artisti italiani di nuove opere che verranno successivamente presentate all’interno della rete museale. Controfigura – con Filippo Timi, Valeria Golino, Corrado Sassi, Younes Bouab, Nadia Kounda – è stato co-prodotto da Dugong Films, In Between Art Film, Snaporazverein, Produzioni Illuminati con AMACI e DGAAP del MiBACT e con il sostegno della galleria Monica De Cardenas.Rispetto alle precedenti, questa quarta edizione di Museo Chiama Artista presenta una significativa novità: al momento di iniziare la collaborazione con Rä di Martino si è deciso di rinunciare all’idea di produrre un’opera totalmente nuova, concentrando le risorse messe a disposizione da AMACI e dalla Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane nel co-finanziamento di un lavoro in gestazione da tempo, scegliendo così di assecondare, intervenendo in maniera incisiva, il percorso dell’artista senza porre limiti creativi e temporali. 

“Il progetto Museo Chiama Artista – afferma Federica Galloni, Direttore generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane – è ormai considerato un appuntamento di rilievo nell’ambito della produzione artistica italiana, e consente tutti gli anni ad AMACI di promuovere un artista di talento in seno alla rete dei musei di arte contemporanea. Per questo anche quest’anno la Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane ha deciso di sostenere il progetto, che ha tra gli obiettivi quello di favorire e divulgare le più nuove forme di sperimentazione artistica. L’indiscusso ruolo primario di AMACI all’interno del sistema dell’arte italiano è destinato a rafforzarsi non solo grazie a progetti artistici come questo, ma grazie anche al raggiungimento di altri obiettivi che la Direzione generale ha deciso di sostenere e condividere con l’Associazione e che insieme stiamo portando avanti con dedizione.”
“La quarta edizione di Museo Chiama Artista è anche un segno della proficua collaborazione di AMACI con la Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane del MiBACT– dichiara Gianfranco Maraniello, Presidente dell’Associazione – È un privilegio condividere idee e attività con una generazione di colleghi e artisti che dimostrano alto senso delle istituzioni unito all’evidente competenza nei propri territori disciplinari. E proprio grazie a questa attitudine Rä di Martino ci regala oggi un piccolo capolavoro, un’opera che sarà ospitata nel circuito dei musei AMACI come fossero le piscine ideali del 'nuotatore' protagonista del suo progetto.” 

Per questa quarta edizione di Museo Chiama Artista, a cura di Iolanda Ratti e Alberto Salvadori, i Direttori dei musei AMACI hanno scelto dunque di sostenere la realizzazione di una nuova opera a Rä di Martino, artista che negli ultimi anni ha raccolto un crescente consenso in Italia e all’estero, con mostre personali e collettive nelle più prestigiose istituzioni internazionali quali la Tate Modern a Londra, il MoMA PS1 a New York, MCA a Chicago, Palazzo Grassi a Venezia, GAM e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, MACRO e MAXXI a Roma, Museion a Bolzano, HangarBicocca e PAC a Milano. È stata invitata a Manifesta 7, alla Biennale di Busan e alla Triennale di Torino, ha partecipato a film festival internazionali quali Festival del film Locarno, KunstFilmBiennale, Viper Basel, Transmediale.04, New York Underground Film Festival, Kasseler Dokfest, Impakt Festival e Torino Film Festival, e ha partecipato al Festival Internazionale del Cinema di Venezia vincendo nel 2014 il Premio SIAE, il premio Gillo Pontecorvo e un Nastro d’Argento per il miglior docufilm 2015.

Controfigura, remake del film culto The Swimmer (Un uomo a nudo) del 1968 con Burt Lancaster e ispirato a un racconto breve di John Cheever, era nei pensieri di Rä di Martino da molto tempo. “Sono sempre stata affascinata da The Swimmer, ma sempre per i motivi sbagliati: gli errori, la recitazione sospesa che rimanda a Beckett o Ionesco, l’accidentale qualità da film d’autore che emerge laddove ironicamente il Technicolor hollywoodiano incontra il B-Movie”. Le parole dell’artista descrivono perfettamente le motivazioni del lavoro, al di là delle ragioni sbagliate che sembrano in realtà mostrare un percorso perfettamente coerente con la sua ricerca.“A partire dal 2002 i lavori di Rä di Martino analizzano il linguaggio cinematografico – sottolineano i curatori Iolanda Ratti e Alberto Salvadori – aprendo una riflessione critica sia sugli strumenti, come il doppiaggio e il montaggio, sia sui codici della fiction, andando a scardinarli aprendo a una meditazione che, lungi dall’essere unicamente tecnica, si allarga a un ambito sociale e collettivo. The Swimmer è la storia di un uomo in decadenza, espressione del fallimento del sogno americano, che decide, partendo dalla piscina all’interno di una villa di amici, di attraversare la città per raggiungere la propria abitazione passando da altre case e nuotando nella piscina di ciascuna: un viaggio che, attraverso incontri e scontri con il proprio passato e il presente, lo porterà a raggiungere la propria meta, trovando la propria casa chiusa e abbandonata. Il film di Rä di Martino è il racconto di una troupe che cerca di realizzare il remake del film del 1968 in Marocco, a Marrakech, in un percorso che attraversa idealmente la città descrivendo il contrasto tra i campi da golf e le piscine lussuose del jet set internazionale e il deserto circostante. Anche in questo caso la “fiction nella fiction” di Rä di Martino non si limita all’ambito cinematografico, destrutturandone i presupposti, ma sembra riferirsi a un delicato contesto socio-culturale, un ‘set’ in cui un uomo occidentale corre seminudo attraverso una città araba, librando quel senso di smarrimento e ricerca del senso delle cose che tanto affligge il nostro tempo.”