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A. 158

Claudio Verna

1971

Tecnica

Dipinto
Materiale

Acrilico su tela
Misure

100x 100 cm
Provenienza

Opera donata dal Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 1973
N. Inventario

175

Il quadro che state osservando è un’opera storica di Claudio Verna in cui è nettamente dichiarato il suo modo articolato di utilizzare il colore. Mentre la selezione del colore è limitata, il suo corpo è molto differente. È proprio Verna che ci parla nei suoi scritti di “colore magro”, per intendere come questa materia sia vivente, fisica, capace di cambiare taglia e rapporto con lo spazio. È questo innanzitutto un modo di pensare al colore in maniera nuova: “Prima di tutto il colore è una parola, una convenzione.
Niente è più diverso di un rosa chiaro da un rosa appena meno chiaro, o un vermiglione su una tela preparata in un certo modo da un vermiglione su una tela preparata in un modo diverso. I colori rivelano il massimo della loro complessità e quindi dei possibili, infiniti significati quanto più vengono liberati dei loro attiributi psicologici e letterari …”. Claudio Verna si impegna a celebrare il dono fatto alla visione dal colore che viene liberato dalla forma, dal segno utilizzato per stanarne la vitalità: liberare l’occhio sull’intera superficie permette di godere di apparizioni che solo la pittura, grazie alle relazioni reciproche tra i suoi elementi, possiede.
Così guardare un’opera non più una questione di ordinamenti, gerarchie orientate al significato ma un’azione di ricerca, di risposta, a un fenomeno percettivo del tutto aperto. Nel mezzo dell’opera, nel limite tra due campiture così diverse si apre uno spazio ambiguo, il culmine, forse, di quel processo dubbioso di cui parla il titolo. Una linea contemporaneamente presente e assente, tracciata e solo pensata, caratterizzata da quelle cancellature o frange consumate che, nell’opera di Verna diventeranno importantissime. Il MAGA possiede infatti dello stesso artista un’opera degli anni novanta in cui le zone pittoriche si faranno ancora più tremule, frastagliate, quasi proprio a creare delle mappe ravvicinate degli stati del colore sulla tela. 

A. 158