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STARTING WITH S

Giancarlo Norese

2006

Tecnica

Opera audiovisiva
Materiale

DVD '7
Misure

30,5 x 41 x 5 cm
Provenienza

Opera donata dall’artista nel 2009
N. Inventario

1260

Possedere un’opera di Giancarlo Norese è alquanto raro. Il motivo è che l’artista si è da sempre dedicato all’arte in modalità aperte, di progetto, di collaborazione, attivando collettivi, idee, dispositivi, motivando persone e luoghi a discutersi, a dichiararsi, a rendersi materia disponibile per l’altro. E’, ad esempio, uno dei fondatori di Oreste, un progetto cominciato nel 1997 e reso potente dalla Biennale del 1999, condiviso da molti artisti e dedicato a residenze, incontri, discussioni, scambi e pianificazioni. In ogni altro caso, dove compaiano “cose”, le opere di Norese non sono mai oggetti finiti ma tracce, frammenti indicatori, piccoli indizi per vedere, pensare o fare qualcos’altro. L’idea che l’arte sia un’esperienza continua, necessaria, accessibile a tutti, implicata con volontà e coscienza, impedisce a queste opere di parlare di sé e le costringe a essere qualcos’altro. Occorsa una tal premessa questo video ci deve apparire del tutto diverso da una rappresentazione, un simbolo, una messa in scena. Quello che stiamo vedendo è, infatti, un rito di cui l’officiante è Giancarlo Norese, l’uomo. Quest’uomo racconta di aver avuto un lungo periodo di doloroso pianto, disperato e penoso, durato anni, durante il quale, per due soli giorni, ha noleggiato un vestito da Superman, nell’intento di indossarlo e travestire il male. L’essere super, oltre, un uomo al di là del dolore e della paura, l’entrare in azione, di nuovo, nonostante tutto, sono i desideri di una disperazione stufa di sé. Rendere pubblico il proprio pianto, la propria stanchezza, l’incapacità di essere quel superuomo risolutore, è un atto sincero fatto da un artista che ripone nell’essere veri e in mezzo agli altri, una grande fiducia. Lacrime autentiche, tempi reali, sequenza continua. Il video è girato in solitudine, autonomamente, come si fa con le confessioni. Le fotografie sono invece realizzate il giorno dopo, prima della riconsegna del costume; sono scattate senza lacrime e in compagnia di altre persone la cui presenza (e non l’assenza di dolore), a detta dell’artista, “le rende meno tristi”. (FMC)

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