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Mariagiovanna Nuzzi. Deserti. Un antE-film

05 aprile 2014–02 maggio 2014

La mostra

Il MA*GA presenta “Deserti. Un ante-film”, documentario scritto e diretto da Mariagiovanna Nuzzi, artista vincitrice del XXIV Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate. Il lavoro nasce da un lungo processo di ricerca iniziato dall'artista presso la Jan Van Eyck Academie (Maastricht, NL) e di cui al MA*GA è già stata presentata una fase di lavoro, gli scatti fotografici intitolati Repérages. Al-rumûl: forms-of-life and dwelling.

Repérages presenta una serie di scatti fotografici, accompagnati da alcuni passaggi testuali, riportati direttamente a parete. Questa forma, già visivamente fluida, che intende distinguersi, anche se in maniera sottile dall’idea del work in progress, suggerisce il percorso di ricerca che Mariagiovanna Nuzzi ha compiuto. L'opera è rivolta, infatti, alla realizzazione di un ante–film, un processo di costruzione per parole e immagini di una futura produzione filmica, percorso questo che, rispetto alla finalizzazione, ha una sua complessa autonomia estetica e narrativa. L'opera, in questo senso, si interroga su quanto il prender forma di una struttura narrativa (come quella di un film) possa o non possa avere una consistenza o di converso una precisa identità.

L'oggetto di questo racconto, sia fotografico che filmico, è esplicitato dall'artista stessa nei piccoli frammenti riportati a matita sulla parete bianca: “Omogeneo, acre, aspro paesaggio urbano. / Parigi Londra, Berlino fino al deserto. / Inabitabili terre edificate per essere abitate [...]”. Mariagiovanna Nuzzi dedica la propria ricerca alle forme dell'abitare, alle forme di vita o alla sopravvivenza nel deserto, il quale può essere inteso, prima di tutto in senso letterale, come punto di partenza dell'intero lavoro. Questo è un luogo, Al-rumûl (le sabbie), una terra in cui differenti posizioni rispetto all'abitare sono entrate in conflitto e vengono ricordate grazie ad un processo tenutosi a Beirut nel 1955 in cui si sono scontrate una posizione “occidentale”, legata alla definizione della proprietà, ed una più fluida, vicina alle Mouchaa (terre indivise), il deserto che non appartiene a nessuno, nemmeno allo Stato. Il deserto è però cercato e raccontato, in modo metaforico, anche nelle città occidentali. Parigi, Londra e Berlino, le tre capitali europee che, in modo differente, hanno vissuto le distruzioni del secondo conflitto mondiale e dello sviluppo del nuovo paradigma di governo delle città. Luoghi che hanno subito brutali violenze, una desertificazione fisica e morale di cui oggi possiamo ancora riconoscerne i frammenti: nei silenziosi monumenti imperiali, nella desolazione delle periferie, nei conflitti tra classi sociali ed etnie. Le immagini di Mariagiovanna Nuzzi appaiono così come i dettagli dei viaggi che l'artista stessa chiama repérage, un termine francese che indica sia la localizzazione che un ri-incontro, in un insieme in cui la componente documentaristica si fonde con una sensibilità di carattere più intimo e singolare.

L'artista

Mariagiovanna Nuzzi (Novara, 1977) è un’artista che opera sviluppando i linguaggi delle arti visive contemporanee in relazione con le derive del documentario sperimentale. I temi toccati dall’artista hanno spesso natura politica e si sviluppano attorno a problematiche come l’appropriazione degli spazi, i limiti imposti dalla società e il linguaggio nelle sue relazioni con le differenti culture, le tensioni comunitarie, l’identità. E’ stata ricercatrice presso la Jan Van Eyck Academie a Maastricht, attualmente è impegnata nella redazione di una rivista per immagini. I suoi lavori sono stati presentati nel 2013 a Coalab, Vila Nova de Foz Coa in Portogallo; nel 2010 al 21st Marseille International Documentary Film Festival; nel 2009 al Premio Cairo, Milano; allo Skulpturenpark e KUNSTrePUBLIK e.V., Berlino.