×

Affina la ricerca:

FRANCESCO SOMAINI

Mostra Antologica 1955-1988

09 ottobre 1988–05 novembre 1988

La mostra

La mostra è dedicata all’evoluzione dei linguaggio scultorei di Somaini, alle valenze simboliche, dove forme organiche sono poste in continuo rapporto dialettico con volumi geometrici di impianto architettonico, come, per esempio, con il ciclo delle Carnificazioni di un’architettura (1974-1976), nella convinzione che la scultura debba svolgere un ruolo di riqualificazione del tessuto architettonico urbano.
Parallelamente alla riflessione sul rapporto tra scultura, architettura e contesto ambientale, Somaini, spinto dal rifiuto della modellazione manuale e dalla necessità di continuare a scolpire “per levare”, sperimenta una tecnica personale di intaglio diretto praticato mediante l’uso di un getto di sabbia a forte pressione. In questo modo, tra le strutture di impianto architettonico, affiorano esiti naturalistici e organici. A partire dal 1965, questa nuova tecnica diviene componente fondamentale del suo linguaggio plastico.

L'artista

Francesco Somaini nasce il 6 agosto 1926 a Lomazzo. Nel 1945 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1948 partecipa alla V Quadriennale di Roma e si laurea in Giurisprudenza a Pavia. Nel 1950 espone alla XXVII Biennale di Venezia. 
Nel 1952 vince il primo Premio al Concorso per il Monumento al Prigioniero Politico Ignoto. 
Verso la fine degli anni Cinquanta riceve un ampio consenso critico sia alla Biennale di Venezia (1956) che alla Biennale di San Paolo in Brasile (1959), dove gli viene conferito il Primo premio internazionale per la scultura. Nel 1960 espone all’Istituto Italiano di Cultura di New York; l’anno successivo alla Deuxième Biennale di Parigi riceve il premio della critica d’arte francese. 
Con la conclusione del periodo Informale, si dedica alla realizzazione di opere in grande scala. A partire dagli anni Settanta realizza una serie di studi e progetti, in cui, attraverso l’integrazione della scultura, propone una riqualificazione del tessuto urbano. Al tempo stesso mette appunto una nuova tecnica che gli permette di plasmare le sue sculture con un forte getto di sabbia ad aria compressa.
Dalla seconda metà degli anni Ottanta si interessa prevalentemente a numerose progettazioni a scala urbana. Tra le esposizioni si ricordano quelle al Kunstmuseum di Lucerna, a Villa d’Este a Cernobbio, alla Fondazione Ratti a Como, al Mazzoleni Arte a Milano, all’Istituto Nazionale di Studi Romani a Roma e al Museo Villa Ciani a Lugano.