×

Affina la ricerca:

Agostino Pisani

Mostra antologica 1983-1997

07 ottobre 2001–11 novembre 2001

La mostra

Agostino Pisani inaugura la stagione espositiva 2001/2002 alla Civica di Gallarate: un nome prestigioso che torna sulla scena espositiva dopo qualche tempo di assenza. Anche per questo motivo l'antologica alla Civica di Gallarate assume una dimensione ancor più particolare.
La mostra si sviluppa su una duplice esposizione: nello stesso periodo sono infatti esposte anche piccole sculture e disegni dell'artista alla Galleria Ghiggini di via Albuzzi a Varese.
Giovanissimo frequentatore, come si accennava, dello studio di Antonio Siri, ad Albisola Mare, punto di incontro di molti artisti negli Anni Cinquanta, Pisani vanta la sua prima personale nel 1958 alla Galleria del Cavallino a Venezia e si trasferisce definitivamente l'anno successivo a Milano, dove ritrova appunto l'amico Piero Manzoni e partecipa con lui ad alcune mostre del Gruppo Azimuth. Sono gli anni in cui la lavorazione del metallo si alterna a quella della ceramica: la prima fase di Pisani è il tormento delle forme astratte, dell'uomo e dell'oggetto schiavi di catene, turbati, sovrastati dal senso del pericolo imminente, del travaglio esistenziale. Scrive Fabrizia Buzio Negri: "L'oggetto agguerrito di catene, se spostate, risuona pesantemente. Oscuro disagio, profondo turbamento dinnanzi a feticci o a simboli ancestrali, indicanti un pericolo imminente. Un travaglio esistenziale infinito".

L'artista

L'artista nasce a Savona nel 1937; dal 1952 al 1957 frequenta ad Albisola lo studio dello scultore e ceramista antonio Siri. L'interesse principale della sua produzione, fin dalla seconda metà degli anni Cinquanta è l'indagine sul mondo degli oggetti quotidiani, anche se sviluppa via via tematiche parallele. Dal 1970 al 1973 è dominante la ricerca sull'uomo e sul suo lavoro. Nelle dimensioni ridotte la scultura dell'artista trova gli esiti più convincenti: dal 1974 le opere di maggiori dimensioni sono costruite come assemblage di parti che possiedono una valenza anche singola. In questo periodo compie una svolta formale: smussa certe superfici scabre e spigolose per prediligere forme più morbide, levigate, in cui il volume è dominante. Importanti le presenze espositive in questi anni, da Brescia a Cesena, a Suzzara, a Milano. Seguono: la serie dei "Libri" (1975-76); la serie dedicate ai maestri del passato (Paolo Uccello, Benedetto Antelami); quella dedicata al caso Pinelli e "La dote"".