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Aldo Tagliaferro

L'immagine trovata (opere 1970-2000)

26 novembre 2011–29 gennaio 2012

La mostra

L'arte di mostrare è porsi e porre interrogativi prima di risolverli; guardare all'opera e all'intero processo artistico come a un complesso terreno d’indagine estetica, linguistica, sociale. Con questa certezza ha sempre operato Aldo Tagliaferro, aprendo con intelligenza e coraggio percorsi inediti all’arte, ai suoi Significati, al valore che essa ha e può avere nella contemporaneità, al rapporto inesauribile e instabile tra l'artista, l’opera e il pubblico. 
Per questi motivi, per l’importanza che Tagliaferro e la sua ricerca hanno avuto nella cultura italiana a partire dagli anni Settanta e soprattutto per il profondo legame che la sua opera ha con la collezione del MA*GA, si è voluto trasformare la proposta dell'Archivio Tagliaferro di concedere in comodato d’uso al museo un congruo numero di opere, in una mostra-omaggio all’artista. 
Il mezzo, la macchina fotografica, e il metodo, quasi scientifico dell’analisi e della verifica, vengono utilizzati per indagare temi universali, ma per questo vissuti da ciascuno in modo del tutto soggettivo, quali la morte, il tempo, la memoria, l'io. Tagliaferro attraverso la sua opera ci invita a fare un percorso in profondità, rendendo più acuto il nostro modo di guardare la realtà, di percepirla, di leggerla, di comprenderne i significati.
Le riflessioni metodologiche e gli statement del lavoro che accompagnano ogni opera, redatti da Tagliaferro esclusivamente a macchina da scrivere, con uno stile analitico e rigoroso, testimoniano la lucidità del processo creativo dell’artista e ci fanno entrare a pieno nel suo modus operandi, rivelando il suo acuto e provocatorio pensiero, guidato soprattutto dalla sfida ad una cultura e ad una società ogni giorno più superficiali, eterogenee e transitorie, con un passato sempre più debole e un futuro come mai incerto.

L'artista

Aldo Tagliaferro dal 1965 inizia una ricerca di documentazione e analisi critica del contesto socio-politico, attraverso l'utilizzo di immagini fotografiche recuperate dalla cronaca, elaborate e quindi restituite in senso critico. Dal 1968 aderisce alla Mec-Art e dal 1971 prosegue la ricerca fotografica in modo autonomo.
Con Verifica di una mostra, 1970, inizia a usare direttamente la fotografia facendo un'analisi sulla fruizione dell'opera d'arte, ponendo in relazione i rituali della mostra e il comportamento del pubblico. Invitato, nello stesso anno, alla Biennale di Venezia a produrre un'opera all’interno dello spazio espositivo, utilizza invece l'occasione per fare un'analisi critica e ironica del ruolo dell'artista in una condizione precostituita (Analisi di un ruolo operativo). La sua ricerca, nel 1973, con Memoria - identificazione come sovrapposizione della realtà, si orienta verso l'analisi del comportamento dell’uomo e della formazione dell'io concepito come somma di memoria, identificazione e percezione della realtà esterna. A questi temi si affianca una riflessione sulla fotografia come veicolo del ricordo, registrazione di una presenza e costituzione di un'identità, ma anche come pura forma. Con Analisi del feticismo da un'immagine trovata, 1976, l'attenzione dell’artista si sposta verso le molteplici possibilità di lettura di un'immagine avulsa dal contesto originario e privata della sua funzione. Nel 1979 Tagliaferro si trasferisce per un paio di anni nello Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) entrando in contatto con la cultura africana. Muore a Parma il 30 gennaio 2009.

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