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Pino Pinelli

10 settembre 1999–10 ottobre 1999

La mostra

La mostra è inserita all’interno del Festival di Poesia di Settembre. Se nelle precedenti edizioni del festival la scelta delle opere in mostra verteva su ricerche artistiche affini all’espressione poetica pura, nel caso delle disseminazioni di Pinelli la vicinanza tra i due linguaggi, quello pittorico e quello poetico, appare più ardita.
Le opere di Pinelli sono frammenti di pittura-pittura, colore-materia, non contengono versi poetici e nemmeno parole o lettere che rimandano al linguaggio verbale. La vicinanza tra le due forme espressive va dunque scoperta, non in inesistenti e superficiali sinergie, quanto piuttosto nell’individuazione degli elementi linguistici che giocano un ruolo attivo nelle opere di Pinelli: il ritmo spaziale, l’equilibrio tra razionalità e sensibilità, e l’approfondimento continuo della specificità della pittura. La necessità di rivitalizzare il linguaggio della pittura liberandola dagli stretti e codificati confini del quadro e della cornice, ha condotto l’artista a frammentare la superficie pittorica relazionandola con lo spazio attraverso nuclei di forme differenti che si ripetono e si moltiplicano, facendo del gruppo un segno forte e distintivo.
L’immagine per Pino Pinelli si costituisce nei suoi elementi cardine: colore, campo, linea e luce, che si compenetrano gli uni negli altri in un tessuto compositivo totale. Il colore perde ogni caratteristica simbolica propagandosi come emanazione luminosa nella sua fisicità. L'artista tende a stimolare nell’osservatore una disposizione a percepire l’opera in un ambito non solo visivo, ma anche tattile. Le tensioni e le pressioni delle attività mentali generano, come effetto dell’interazione delle loro forze, una tensione che spinge l'autore a una totale partecipazione, sia fisica che mentale.
L’emozione non è considerata soltanto come un aspetto particolare dell’esperienza, ma anche come un elemento di qualsiasi esperienza. Sentire, toccare, vedere, fare e pensare sono le relazioni cardine che l'osservatore instaura con l'opera.

L'artista

Pino Pinelli nasce a Catania nel 1938, dove compie gli studi artistici.
Nel 1963 si trasferisce a Milano, attirato dal dibattito artistico di quegli anni, animato da figure come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani. Partecipa ai premi San Fedele e nel 1968 viene organizzata la sua prima mostra personale alla Galleria Bergamini. Nei primi anni Settanta avvia una fase di riflessione e di ricerca, in cui tenta di mettere a fuoco il nesso fra tradizione e innovazione, con particolare attenzione alla superficie pittorica, alle vibrazioni della pittura. Queste esperienze fanno si che Pinelli sia tra i protagonisti della corrente che Filiberto Menna definì Pittura Analitica distinguendosi, al suo interno, per la monocromaticità dei suoi lavori. 
Dal 1976 l’artista riduce drasticamente la dimensione delle sue opere, che si vanno collocando nello spazio, accostate l'una all'altra, quasi che un’esplosione avesse investito le sue grandi tele e avesse generato una disseminazione dei loro frammenti nello spazio.
Le forme e i materiali si trasformano, nel corso degli anni, restando però sempre rigorosamente coerenti alla propria aniconicità; inventa una tecnica mista, risultante di vari materiali amalgamati che, ricoperti di velature di pittura, assumono le sembianze di una “pelle pittorica” tattile, quasi come un velluto.
È il protagonista di più di cento mostre personali in musei e istituzioni culturali italiane ed internazionali; tra le più importanti: Kunstverein Villa Franck di Ludwigsburg, Musée d’Art di Langre, Forum Kunst di Rottweil, Civica Galleria d’Arte di Gallarate, Kunstverein Schoss Lamberg di Steyr, Centro Espositivo la Rocca Paolina di Perugia, Istituto Italiano di Cultura di Londra e Praga, Cascina Roma San Donato Milanese, Villa La Versiliana di Pietrasanta, Museo Archeologico Eoliano “Bernabò Brea” di Lipari, Palazzo del Duca, Senigallia…
Tra le mostre collettive, si ricordano: Biennale di Venezia (1986-1997), Quadriennale di Roma (1986-2006), Triennale d’Arte Lalit Kala Akademi di Nuova Delhi.