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Guerreschi e il Realismo Esistenziale

Gli Anni Cinquanta/Sessanta a Milano

06 aprile 1997–25 maggio 1997

La mostra

La mostra è dedicata a Guerreschi e al cospicuo nucleo di opere fanno corona quelle del ristretto gruppo di artisti che con lui, nella seconda metà degli anni Cinquanta, a Milano, hanno dato vita a quella posizione che viene denominata Realismo Esistenziale: Giuseppe Banchieri, Floriano Bodini, Mino Ceretti, Gianfranco Ferroni, Bepi Romagnoni, Tino Vaglieri. Questi artisti non si sono preoccupati di organizzarsi in un formale movimento o in una corrente e neppure si curarono di formulare un manifesto che li distinguesse. 
Il Realismo Esistenziale è un’arte che privilegia la scelta etica e morale a quella estetica e di linguaggio. Le opere di questa corrente superano e a volte fondono le due posizioni contrapposte di questo periodo storico: l’arte astratta concreta e il realismo sociale e culturale. Le creazioni di Guerreschi evidenziano chiaramente che sono state determinate dall’urgenza di denunciare, in modo alto e forte, la caduta morale dell’intera società umana contemporanea. Denuncia che a volte è urlata in modo spietato, angosciante e crudele ma è sempre autentica e sincera, incisiva e tale da scuotere la coscienza di tutti noi. La sua è un’arte che non tollera e non concede l’indifferenza e la neutralità: ci coinvolge.
Il suo linguaggio formale non è mai lo scopo e il fine dell’opera stessa, è sempre al servizio del contenuto e del messaggio.

L'artista

Giuseppe Guerreschi nasce a Milano nel 1929. Cresciuto in una famiglia di estrazione popolare, dai diciassette ai vent'anni è impiegato di banca. Si iscrive all’Accademia di Brera ai corsi di Carpi per la pittura e di Disertori per l’incisione. Già prima del diploma, conseguito nel 1954 con una tesi su Guttuso, vince, nel 1953, il Premio Dalmine. Nel 1954 incontra il gallerista americano Feingarten, con il quale lavorerà fino al 1960, ordinando molte mostre personali, a New York, Chicago, San Francisco. Nel 1956, viene organizzata una mostra con Guerreschi e Romagnoni, alla San Fedele, alla Galleria Alibert di Roma e al Cavallino di Venezia. Seguono altre mostre personali nel 1957 alla Galleria Pater e nel 1959 alla San Fedele, a Milano.
Nel 1958 e nel 1960 partecipa alla Biennale, nel 1958 a “Giovani Artisti Italiani” a Milano, nel 1959 alla Quadriennale di Roma e nel 1961 al Morgan’s Paint di Rimini e alla Biennale di San Paolo del Brasile. Da questo momento partecipa alle più importanti rassegne nazionali ed estere, per quattro decenni, si impone in vasti cicli di dipinti e di incisioni, tecnica in cui raggiunge alti esiti e per cui viene invitato a rassegne specialistiche, come a Lubjana, Copenhagen, Praga, Varsavia e Tokio. Celebri le sequenze: “Judaica” (1966), “Profeti” (1967-71), “Vietnam Suite” (1972-73), “Ritratti” (1976-79), “Viaggi con Fussli” (1979-81), “Personaggi” e “Bucrani”. Appartengono ai temi più sentiti dall’artista, proposti con ironia amara e in una serrata dialettica tra diverse tecniche. È presente a tutte le rassegne sul Realismo Esistenziale, di cui viene considerato protagonista indiscusso.