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ALPINO E NAVE

Mario Sironi

1939

Tecnica

Dipinto
Materiale

Tempera su carta
Misure

25 x 32 cm
Provenienza

Opera donata dal Lions Club di Gallarate in occasione del XXV anno dalla fondazione del Museo nel 1981
N. Inventario

345

Alpino e Nave è una piccola composizione di Mario Sironi realizzata tra il 1939 e il 1940, nel periodo in cui il pittore, dopo la composizione di monumentali cicli murali, torna alla pittura su cavalletto. Nell’opera è possibile notare come la composizione sia innanzitutto rivolta verso una profonda sintesi di tutti gli elementi dipinti. L’alpino è ridotto a una figura bidimensionale appena accennata, le montagne e gli alberi, poi, risultano come elementi segnici appena accennati. A occupare la parte centrale dell’opera è un soggetto ambiguo, una parete, su cui si apre una porta più scura e con alcuni disegni abbozzati, tra cui è possibile riconoscere i contorni di una nave. Il soggetto si carica contemporaneamente di una valenza storica e allegorica. Attraverso un tratto stilizzato il soldato diventa parte di un racconto più ampio, profondo, drammatico; infatti come scrisse Claudia Gian Ferrari: “Sironi trasferisce nelle sue opere la tensione interiore, il tormentoso cammino della propria anima angosciata alla ricerca di risposte alle tante domande che affollano l’uomo moderno, e per le quali domande l’utilizzo del simbolo e del mito costituisce un meccanismo del pensiero”.  
Dal punto di vista stilistico inoltre, la sintesi formale, l’appiattimento dello spazio prospettico e la rinuncia a qualsiasi dettaglio naturalistico inseriscono l’opera all’interno di un percorso, quello di Sironi, che dagli anni trenta è segnato da una costante messa in discussione dei valori plastici e compostivi in relazione alla realizzazione di ampi e complessi cicli murari. In proposito, con estrema chiarezza, Sironi scrisse nel 1932 che “Quando si dice pittura murale non si intende dunque soltanto il puro ingrandimento sopra grandi superfici di quadri che siamo abituati a vedere, con gli stessi effetti, gli stessi procedimenti tecnici, gli stessi obiettivi pittorici… Gli equilibri plastici e pittorici vivono indipendentemente dal ‘vero’ della scena osservata e definita, poiché esiste un ‘vero’ superiore, in tutto simile all’altro, e formato da un accordo di masse, di superfici, di linee, di colore, che tessono una nuova realtà nella loro trama invisibile ma pur fermissima”. (AC)

Alpino e Nave