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Raccontare il presente

08 settembre 2016–20 ottobre 2016

La mostra

Raccontare il Presente 
Operedel Premio Gallarate dalla collezione del Museo MA*GA
2009-2016 
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI LONDRA

L'istituto Italiano di Cultura invita il Museo MA*GA per un progetto espositivo dedicato alla valorizzazione della produzione artistica contemporanea sviluppata in Italia. Come infatti ricorda Marco Delogu, direttore dell'Istituto, la caratteristica storica e contemporanea della produzione artistica italiana è la sua diffusione e disseminazione sul territorio, anche al di fuori di capitali e grandi città. In questa prospettiva casi come Gibellina o Garavicchio ne sono caso storico e di cui, anche Gallarate con il suo premio ed il suo museo ne sono esempio.  

La Mostra
L'esposizione è parte di un più ampio programma che celebra i cinquant'anni del museo di Gallarate e mostra alcuni tra i più interessanti esiti dei progetti di produzione e acquisizione realizzati in occasione delle ultime tre edizioni del Premio Gallarate, tra 2009 e 2016. Il progetto espositivo documenta una serie di pratiche caratterizzate da un'attitudine narrativa complessa, da una varietà di approcci che vanno dalla realizzazione di opere context related e site specific, a progetti di ricerca a lungo termine, a esperienze di tipo storico o biografico.

Gli autori e le opere
Moira Ricci, 20.12.53-10.08.04, 2004 - 2014
20.12.53-10.08.04 è un lavoro che nasce da uno spunto autobiografico. Moira Ricci costruisce le opere esposte attraverso meticolosi fotomontaggi in cui, travestita di tutto punto con abiti d’epoca, si intrufola e inserisce nelle fotografie che hanno come protagonista la madre, prematuramente scomparsa. Nella sequenza di fotografie che ritraggono momenti di vita quotidiana, le uniche presenze costanti sono quella della madre, ritratta in epoche diverse della propria vita, e quella di Moira, sempre della stessa età, nonostante gli adeguamenti di stile, e sempre con lo sguardo malinconico e rassegnato rivolto alla madre perduta. Proprio quest’ultimo particolare innesca nell’osservatore attento la comprensione del dramma personale e biografico dell’artista.

Luigi Presicce, La Sepoltura di Adamo, 2012
Con La sepoltura di Adamo, primo episodio del ciclo La Leggenda della Vera Croce, Presicce prosegue e approfondisce il suo costante lavoro di rilettura di miti e storie della tradizione attraverso la realizzazione di tableau vivant ripresi tramite video o fotografia. Nell’opera Presicce attinge alla leggenda del sacro legno utilizzato per la costruzione della Croce di Gesù, quello dell’albero cresciuto sulla tomba di Adamo che il re Salomone fece abbattere per la costruzione del Tempio. Come in tutti i suoi lavori anche in questa specifica opera Presicce diventa protagonista dell’immagine costruita con un’attenta regia capace di operare per stratificazioni che derivano oltre che dal mito, dalla storia dell’arte, dal folklore, dalle credenze popolari, contemporaneamente mistiche e mistificatorie.

Riccardo Arena, Duplice Morte Ellero ed Ecosistema Visivo, 2012
L'opera è una riflessione sul tema dell’identità e su come l’uomo sia effettivamente in grado di definirne la natura. L’installazione è composta da differenti elementi: fotografie, materiali d’archivio, documenti e mappe concettuali. Il nucleo centrale dell’intera opera ruota attorno ad un’indagine nella quale si parla della scomparsa di un misterioso personaggio, sparatosi con l’ausilio di due rivoltelle che hanno fatto fuoco contemporaneamente, attraverso un sistema che ricorda quello ideato da Umberto Ellero per l’invenzione della fotografia segnaletica, e ne ha sfigurato il volto, rendendolo irriconoscibile. Ogni elemento di questa complessa opera è un indizio che rimanda ad un altro, continuando ad interrogare lo spettatore su quanto l’identità di una singola persona sia riducibile alla sua forma empirica. Il progetto è dunque un labirinto in cui ogni nuovo elemento è sovrapposto al precedente, amplificando nello spettatore una percezione di smarrimento, suggerendo come la conoscenza non sia uno strumento di semplificazione del reale, piuttosto un percorso di ricerca.

Luca Bertolo, Gallarate Hardcore, 2016
Luca Bertolo ha osservato alcuni aspetti microscopici dell’ecosistema della città di Gallarate edel contesto naturalistico legato al territorio fluviale attorno al museo, raccogliendo, lungo il greto del torrente della città, frammenti di materiali di scarto, reperti organici, foglie, conchiglie. Tali risibili scarti divengono i soggetti di una serie di disegni: ritratti lirici che ricordano le illustrazioni dei trattati naturalistici del XVII Secolo. Queste opere conferiscono valore al residuo, a ciò che viene dimenticato, abbandonato, attraverso un'azione di cura e dedizione, quella del disegno, che amplifica la visione, stupefacente e misteriosa, caratteristica di questi piccoli frammenti.

Marzia Migliora, Madein Italy, 2016
Marzia Migliora lega, in questi anni, la propria attività ad una più ampia ricerca dedicata al tema del lavoro. In questo particolare caso l'artista si interessa alla storia industriale di Gallarate, alla sua imponente produzione tessile e ad alcuni aspetti della sua attuale crisi e riconversione. L’immagine di degrado e sofferenza che gli stabili abbandonati da aziende fallite portano con sé va di pari passo con la purificazione delle acque del torrente di Gallarate, oggi non più inquinato dagli scarichi industriali che coloravano le acque del fiume quasi quotidianamente e riabitato da una fauna domestica. Questo processo di degenerazione – rigenerazione è al centro di un’opera videoinstallativa lirica ed evocativa basata sulla poetica del frammento in cui una serie di dettagli suggeriscono le contraddizioni dello sviluppo e della crisi di questo segmento di cultura e storia industriale.

PH- Glauco Canalis

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