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Atanasio e Maria Soldati: opere inedite

01 novembre 1981–29 novembre 1981

La mostra

Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta l’intento della GAM è quello di approfondire la conoscenza dell’arte astratta attraverso alcuni specifici momenti di approfondimento monografico. A questo proposito sono state organizzate diverse mostre: nel 1979 l’antologica di Mazzon, nel 1980 quelle di Bozzola e di Chevrier; nell’autunno del 1981 è la volta della mostra delle opere inedite di Atanasio Soldati, indiscusso maestro del MAC. Nel catalogo della Galleria del Milione Soldati dichiara che “… la pittura astratta (anche se l’aggettivo può non essere adatto) ama l’analisi, l’ordine, gli armoniosi rapporti della geometria, la chiarezza… Né riproduzioni della natura, né sensazioni della vita. Per esprimere il dramma, non c’è bisogno di coltelli o di cadaveri, di cannoni o di bandiere, ma semplicemente di linee, di colori, di superfici, come dire di tutti i mezzi propri della pittura, senza impianti di alcuna sorta: al disopra della letteratura. Le percezioni dell’artista sono infinitamente più preziose che le descrizioni più fedeli della realtà. Per noi l’arte è una questione di spirito; solo lo spirito conosce lo spirito. La fine dell’arte è imitare la natura”.
La mostra prende vita grazie alla disponibilità di Maria Soldati, vedova di Atanasio, a mettere a disposizione materiali inediti – disegni, studi tenuti segreti, progetti e appunti – illustrati da un accurato studio del critico Barletta. Proprio a queste opere, dipinti e disegni, si riferiva Atanasio quando confidenzialmente disse a Silvio Zanella: «Soltanto ora che faccio astratto, che genera scalpore, si accorgono che sono un autentico pittore, un artista genuino; un giorno scopriranno che lo ero anche quando nelle mie opere apparivano le case, gli alberi, il cielo, la natura».

L'artista

Atanasio Soldati nasce a Parma nel 1896 dove trascorre la sua infanzia e dove frequenta i corsi della scuola di architettura. Dal 1915 al 1918 partecipa alla guerra da volontario, come ufficiale di artiglieria. Nel 1920 consegue il titolo di architetto a Parma.
Nel 1925 si trasferisce a Milano e inizia ad insegnare decorazione alla Scuola del libro dell’Umanitaria, insegnamento che terrà per diciotto anni. 
Nel 1931 viene organizzata per la prima volta una personale alla Galleria del Milione a Milano. Poi ripetuta nel 1933, nel 1935 e nel 1939. 
Nel 1935 partecipa alla Quadriennale romana e alla Prima mostra collettiva di Arte astratta italiana nello studio di Casorati a Torino.
Nel 1936 partecipa alla Mostra del Bianco e Nero alla Galleria Nord-Sud di Casablanca; alla Mostra di Pittura moderna italiana a Villa Olmo a Como, alla mostra di disegni astratti alla Galleria Moody di Buenos Aires, e alla mostra-omaggio a Persico nella Galleria Milione a Milano.
Durante la guerra tiene ancora qualche mostra personale a Milano (Milione), a Venezia (Cavallino). In questo periodo il suo studio viene distrutto e un gran numero di opere vanno perdute. Nel 1945 partecipa alla resistenza. Un anno dopo si trasferisce a Voghera e ottiene l’incarico dell’insegnamento di Decorazione a Brera. Torna quindi a Milano nel 1947 e si stabilisce in Corso Venezia. 
Nel 1948 Partecipa alla grande mostra “Arte Astratta in Italia” organizzata a Roma dall’Art Club e alla Biennale di Venezia. Con Dorfles, Monnet, Munari fonda il Movimento per l’Arte Concreta.
Nel 1950 partecipa alla collettiva “Peintres d’aujourd’hui”, Italia-Francia a Torino, e alla mostra “Cinquante peintres italiens” a Parigi.
Nel 1952 viene invitato alla XXVI Biennale di Venezia.