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Giovanni Campus. Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni

Disegni 2021-2023

17 dicembre 2023–07 aprile 2024

La mostra

Giovanni Campus. Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni
Disegni 2021-2023
A cura di Emma Zanella

La mostra Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni mette in luce l’ultimo impegnativo progetto di Giovanni Campus, iniziato alla fine del 2020.
La pratica del disegno accompagna la ricerca teorica, artistica e persino la quotidianità di Campus da sempre, dai primi lavori degli anni Cinquanta ad oggi. 
Il disegno infatti è per l’artista un percorso esperienziale poetico il più delle volte autonomo, capace di portare la progettualità sulle soglie del limite, in una dimensione marcatamente speculativa. Il disegno è prima di tutto un luogo di accertamento e di interrogazione alternativa, libero da finalità più complesse, spaziali e materiche.
In questo ultimo ciclo in particolare il disegno a china, per propria natura lento e meditativo, è una riflessione sul senso globale del lavoro nella sua temporalità e consequenzialità. 

In ogni immagine, in ogni foglio c’è infatti un prima e un dopo che si collegano con le fasi di ricerca dell’artista dagli anni Sessanta fino alle ultime recenti opere. Campus mette in pratica una operazione di attraversamento della propria storia, dei passaggi fondamentali, dei lavori più complessi e anche più intimi per indagare con lucidità la dimensione temporale del fare e del pensare l’arte. Questo focus dedicato a Giovanni Campus nasce in occasione della recente e importante donazione di un fondo di dieci opere scelte dall’artista per la collezione permanente del MA*GA.

L'artista

Giovanni Campus nasce a Olbia nel 1929. Lascia la Sardegna nel 1948. Studi classici a Genova, Liceo G. Leopardi (professor Dal Monte). Si volge alla pittura, da autodidatta, nei primi anni cinquanta, sperimentandone tecniche tradizionali e nuovi materiali.
Nel 1960 partecipa alla “26 Artisti contemporanei”, Galleria Incontri d’Arte, Roma, diretta da Giuseppe Appella, e alle mostre nazionali “Premio Albano Laziale” e “Premio Loffredo”, Latina. Nel 1962 partecipa alla “III Mostra Internazionale”, Palazzo Odescalchi, Roma. Nel 1966 inizia il rapporto con la Galleria Giraldi di Livorno con una mostra personale.
Nei 1966, 1972 e 1977 gli vengono attribuiti i premi nazionali di pittura “Città di Follonica”, “Città di Arcola” e “Città di Carate Brianza”, e, nel 2011, ex aequo, il “La Spezia, Settembre d’Arte”. Negli anni 1968-1974 partecipa alle rassegne d’arte d’avanguardia promosse da Numero e Technè di Firenze, Sincron di Brescia e galleria Giraldi di Livorno e agli incontri operativi e interventi sull’ambiente ad Anfo e Novara, 1968, Pejo e Mentana, 1969, Galerija Doma Uluha, Zagabria, e Galerie’t Venster, Rotterdam, 1970, Novi Sad e Belgrado, 1973.
Frequentazioni con i critici Giuseppe Appella, Giulio Carlo Argan, Umbro Apollonio, Germano Beringheli, Luciano Inga Pin, Lara Vinca Masini, Aldo Passoni, Toni Toniato.
Nel 1968 lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla pittura e si trasferisce dapprima nel quartiere degli artisti a Sesto San Giovanni e in seguito nello studio di via Solferino a Brera, Milano.
Pratica, riflessioni ed esperienze specifiche del periodo e del luogo conducono il linguaggio figurale a una sintesi formale, aniconica, sequenziale, seriale. Uso del metacrilato, dell’acrilico, del metallo. La tecnica serigrafica, praticata direttamente dall’artista, diviene il principale mezzo espressivo.
Soggiorni di lavoro ed esposizioni negli anni fine sessanta-ottanta a Parigi, “Salon Grands et jeunes d’aujourd’hui”, 1972 e 1974, “Réalités Nouvelles” 1973 e 1974, “Comparaison”, 1974; Galerie de l’Université, 1978, e Galerie Grare, 1986.
Negli anni ottanta-novanta a New York: College Scuola d’Italia, 1988, Scuola di New York, 1993, Hands Gallery, 1996 e 1998.
Tra gli inviti per la presentazione del proprio lavoro si ricorda il Reading Group Seminar Form and Matter in the Written and Visual Text della Academy at Columbia University di New York nel 1994, con Lavinia Lorch e, quali respondents, Luciano Caramel, Salvatore Naitza, Charles Mercier e lngrid Rossellini.
Percorsi, interventi, installazioni, urbani e naturali, condotti in solitaria o partecipati, vanno intesi come la messa in opera, in ambito di verifica, delle “idee” che muovono il lavoro nello studio. Un lavoro epistemologico nell’estetico. Un luogo di verifica fenomenica spaziale temporale sulle ragioni della forma. Operazione diretta a sondare rapporti, relazionalità e connessioni tra le misure progettuali della visione, le naturali del luogo e le risultanti dall’intervento. Nel 1977 nella Piazzetta di Palazzo Reale a Milano, con la collaborazione di Arte Struktura, nonché degli artisti e studenti della Accademia di Brera, realizza una “installazione continua” a dimensione ambientale: una serie di percorsi di tratti di molle metalliche, sospese in tensione, coinvolgenti la spazialità urbana. Seguono, con la collaborazione per la parte tecnica dell’architetto Achille Castiglioni, gli “ambienti segnici interrelazionali”, sonori e luminosi a cadenza temporale (al chiuso) alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, 1978, e al Museo Civico In Progress, Livorno, 1979.
Consequenziali le determinazioni sulle coste della Gallura nel 1983. “Percorsi-interventi” ottenuti con estensioni notevoli di tratti di corda, sospesi in proiezione lineare sull’area naturale prescelta o delimitanti rocce e porzioni di roccia.
Nel 2004, sui monti Catena Limbara Sud, con gli studenti del liceo Orsoline e nel quartiere Garibaldi a Milano, realizza, a seguito di specifiche “conversazioni”, una serie di interventi-ricognizione su “misure a confronto” (naturali e urbane). Da questa processualità condotta in parallelo tra proiezione rappresentativa ed espressività strutturale, cioè tra idea e cosa, sono scaturite quelle serie di opere e gruppi di opere, di pittura e materiali diversi, in pieni-vuoti articolati. Dapprima, in mostre personali, superfici irregolari in cemento (Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1987-1988), a seguire opere con acrilico su tela e legno sagomato ed estensioni in ferro e nel recente con assi in ferro direzionali, tangenti e attraversanti opere e spazi fisici: CAMeC, La Spezia, 2012; Museo Civico Granai Villa Mimbelli, Livorno, 2015; Museo della Permanente, Milano, 2015; MAC, Museo Arte Contemporanea, Lissone 2017; MA*GA, Gallarate, 2019; BUILDING, Milano, 2019.