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Enzo Nenci, 1903-1972: retrospettiva

30 novembre 2003–06 gennaio 2004

La mostra

Nel centenario della sua nascita Nenci viene presentato con un'importante e ampia mostra antologica itinerante, a cui il curatore Luciano Caramel ha voluto dare un taglio storico-critico di grande interesse, fuori dagli schemi convenzionali che tradizionalmente accompagnano la figura dell’artista.
Il percorso della mostra per un verso riconferma alcune acute letture critiche sul suo operato, dall’altro propone una personalità poliedrica, articolata, complessa, non tanto per l’anelito alla sperimentazione di materiali o iconografie, che in Nenci rimangono quasi sempre vincolate alla tradizione, quanto piuttosto per l’oscillare tra una scultura tradizionale, persino di impianto classico, e una scultura assai più innovativa, la cui ricerca unisce differenti suggestioni culturali e nuove sperimentazioni.
Il legame con la tradizione che accompagna quasi tutta l’attività dell’artista si legge in primo luogo nelle scelte iconografiche, non molte, che ricorrono in continuazione, la maternità, i lottatori, i ritratti, particolarmente femminili, le adolescenti, gli affetti familiari, soggetti semplici e consueti, carichi tuttavia per Nenci, ma anche per la tradizione scultorea, di valori ed echi simbolici.
Parimenti anche le tecniche e i materiali (gesso, terracotta, bronzo) con cui Nenci ama lavorare sono conferma del suo profondo legame con gli aspetti più solidi e tradizionali della scultura. In particolare, è proprio la terracotta patinata, trattata con grande mestiere e sensibilità poetica, che Nenci predilige per le sue opere migliori, perché materia calda e vibrante, densa di echi e di memorie, capace di far vivere i volti, i corpi, la loro interna tensione espressiva.
Infine, nelle sue opere spesso si legge un robusto impianto classico, nella solidità formale e nella monumentalità con cui egli affronta le tematiche scelte e nel dichiarato riferimento vuoi alla tradizione scultorea ellenistica greca e romana (Il ribelle, 1930) vuoi alla più alta tradizione italiana, in particolare tardo rinascimentale e barocca.

L'artista

Enzo Nenci nasce a Mirandola di Modena nel 1903. Giovanissimo violoncellista partecipa ai concerti di musica sinfonica e operistica diretti dal padre, avendo occasione con il trasferirsi della sua famiglia a Ferrara di frequentare musicisti, letterati e artisti, tra i quali, Filippo De Pisis, Corrado Govoni, Giovanni Cavicchioli, Marino Mazzacurati. La sua passione per la scultura lo induce ad abbandonare la musica ed interrompere gli studi tecnici, quando ormai era vicino al diploma, per recarsi a Firenze per seguire i corsi di tecnica della lavorazione del marmo sotto la guida dello scultore Ezio Ceccarelli. 
Tra il 1925 e il 1940, partecipa alle più importanti mostre emiliano-romagnole; espone con Boldini, Mentessi, De Pisis, Funi, Crema, Minerbi, ecc., ed erige monumenti a Venezia, Ferrara, Bologna e in Libia. Nel 1944 il suo ultimo atelier ferrarese, posto in una Barriera di Porta Po, viene distrutto da un bombardamento alleato, che causa la perdita di molte opere, e la dispersione della documentazione della sua attività e quella delle sue relazioni culturali. 
Al termine del conflitto bellico risiede con la famiglia a Ponte San Pietro di Bergamo, frequenta gli ambienti artistici di Milano. Progetta dei modelli per le Ceramiche artistiche Borsato. Affascinato dalla città gonzaghesca, decide di viverci, e in breve tempo s’inserisce nel miglior ambiente artistico locale, realizzando opere che lo distinguono in modo personalissimo nella storia della scultura italiana del ‘900.
Muore a Virgilio di Mantova il 10 marzo 1972.